Pubblicato da REDAZIONE in AMA SUPERCROSS | Lunedì 20 Gennaio 2014INTERVISTE AI PILOTI DI ANAHEIM A2 AMA SUPERCROSSForse non è un caso che nella serata del quarantennale dell’AMA Supercross, dal
sapore retrò, abbia vinto il pilota con maggior esperienza: Chad Reed per il Team Discount Tire Two Two Motorsports. Ottima prova di Cole
Seely nella classe 250 che
controlla la gara da primo a partire dal cancelletto di partenza. Ma sentiamo le impressioni di alcuni dei protagonisti della serata dedicata al
supercross appena scesi dal podio.
Chad Reed ottiene
la sua quarantaduesima vittoria in carriera in una gara dell’AMA Supercross, una grande emozione per
lui che non raggiungeva il gradino più alto del podio dal 2012. Una vittoria di
esperienza, ottenuta grazie ad una corretta analisi del tracciato scivoloso che
gli ha permesso di non commettere errori come è successo a Dungey e Villopoto.
Anche se sul finale, lo stesso Reed confessa, qualche rischio chiudendo le
traiettorie ha dovuto prenderlo per non farsi passare. Una vittoria frutto del grande lavoro del pilota e del suo team (Two
Two Motorsport) e di una Kawasaki
particolarmente salda sulle whoops.
Cole Seely,
vincitore della categoria Lites, sa
di non aver fatto errori. Il pilota Honda
Troy Lee Design è conscio di aver fatto la differenza nelle sessioni
ritmiche. Anderson non ha potuto nulla e, in aggiunta, una penalità al pilota
Rockstar Energy KTM permette a Seely di
conquistare le tabella rossa.
James Stewart,
secondo nella 450 SX, parla della collisione con Ryan Villopoto che per lui non
ha avuto conseguenze. Il campione Suzuki non è ancora riuscito a lasciare il
segno in questa stagione e sa che non sarà facile vista la concorrenza
agguerrita. Dipende solo da lui migliorare e lo vuole dimostrare già da Oakland.
Ken Roczen non ha
brillato, ma ha comunque guidato bene e alla fine della gara si trova in testa
alla classifica generale. Il rookie
confessa di aver amministrato la gara per quanto gli è stato possibile ed è
felice di essere sul podio con la sua KTM Red Bull.
È probabilmente Jason
Anderson quello che più si deve leccare le ferite dopo A2, secondo, ma poi
retrocesso a quarto perdendo il primo posto in classifica generale. Nell’intervista
parla anche di come il tracciato di
Anaheim ispirato a quello del 2001 non fosse per lui così usuale, ma di
come lo abbia trovato divertente.